HPV & PAP test
25–64 anni
Gli screening del collo dell'utero
I programmi di screening per prevenire i tumori al collo dell'utero prevedono due tipologie di esami: il Pap test, normalmente eseguito sulle donne tra i 25 e i 29 anni. Per le donne dai 30 anni in su viene invece proposto l'HPV test. Negli articoli del nostro blog è spiegato perché si fanno questi esami. I due test sono gratuiti. Si aderisce alla campagna di screening per la prevenzione dei tumori del collo dell'utero rispondendo alla chiamata del Call center, oppure contattando il Call center dopo aver ricevuto una lettera di invito da parte della vostra Azienda sanitaria.
Leggi il volantino con maggiori informazioni sullo screening del collo dell'utero e sugli esami HPV e PAP TEST.
FAQ
Possono aderire ai programmi di screening per la prevenzione del tumore del collo dell'utero tutte le donne residenti in Friuli Venezia Giulia che abbiano compiuto i 25 anni di età.
Per le donne dai 25 ai 29 anni ogni 3 anni sono invitate a sottoporsi allo screening del collo dell'utero che sarà effettuato con il Pap test. Le donne dai 30 ai 64 anni sono invitate ogni cinque anni a sottoporsi al test che verrà effettuato con l'Hpv-DNA test.
Il Call center regionale dal numero 040 0647837 telefona alle donne fra i 25 e i 64 anni per concordare una data e un luogo dove sottoporsi al test che sarà il Pap test per le donne tra i 25 e i 29 anni o l'HPV DNA test per le donne dai 30 ai 64 anni.
Se non è stato possibile contattare una donna (numero di telefono non conosciuto, errato o non aggiornato) l'Azienda sanitaria di riferimento invia una lettera con le istruzioni per invitarla ad entrare nel programma regionale di screening.
Quando si viene contattati telefonicamente si può scegliere la data e il luogo dove recarsi per sottoporsi allo screening.
Telefonando al Call center regionale al numero 800 000 400 si può richiedere di modificare la data trovandone una più consona alle proprie disponibilità
L’HPV (Papillomavirus umano) è una tipologia di virus capace di infettare le cellule umane dando il via a processi di formazione del cancro. I virus HPV sono moltissimi e la maggior parte delle persone viene a contatto con essi almeno una volta nella vita. Invece le varianti HPV 16 e HPV 18 rappresentano ceppi ad alto rischio capaci di provocare il 70% dei tumori della cervice uterina.
Nella maggior parte dei casi si trasmettono per via sessuale. Ma nella maggior parte dei casi il nostro corpo riconosce il virus e attiva il sistema immunitario per eliminare l’infezione. Bisogna ricordare, però, che il Papilloma virus è presente nel 100% dei casi dei tumori del collo dell'utero. Per questo è determinante sottoporsi con regolarità agli esami di screening (Pap test e HPV test).
Si tratta di esami di laboratorio per la ricerca del virus HPV (Human Papilloma Virus) che, partendo da un piccolo prelievo di secrezioni dal collo dell’utero tramite un piccolo spazzolino. Il materiale viene poi analizzato per verificare la presenza o meno del virus o del suo DNA.
Nelle donne fino ai 30 le infezioni da HPV (Human Papilloma Virus) sono abbastanza frequenti e, nella maggior parte dei casi, si risolvono spontaneamente. Per questo dopo una certa età si propone il test HPV DNA che è in grado di riscontrare la presenza di lesioni che potrebbero evolvere in tumore. Ma è anche meno specifico rispetto al Pap test: per questo in caso di positività dopo il test HPV si procede anche al Pap test. In caso di positività anche di questo test si procede alla colposcopia.
È un controllo simile alla visita ginecologica: il ginecologo usa uno strumento chiamato colposcopio, che serve a illuminare il collo dell’utero e a vederlo ingrandito. Se il ginecologo vede alterazioni, fa una biopsia, cioè un piccolo prelievo, generalmente non doloroso, di tessuto dal collo dell’utero. Può accadere che dopo una colposcopia si possa presentare una piccola perdita di sangue.
In presenza di un collo dell’utero normale o con lesioni lievi, il ginecologo indicherà i successivi controlli. In caso di lesioni più importanti sarà sempre il ginecologo, caso per caso, a indicare i percorsi da seguire.
I due termini vengono spesso utilizzati per indicare la stessa cosa. Ci sono, però, casi in cui per “striscio” si intende solo l’esame che si fa per vedere se c’è un’infezione vaginale.
La presenza di una vaginite (bruciore intenso e/o molto prurito e/o molte perdite), sconsiglia l’esecuzione del Pap test, perché rende più difficile la corretta interpretazione del test.