Abbiamo già parlato di screening in un altro articolo del nostro blog. Ma ci sembra giusto dare una risposta ai perché degli screening. In particolare ad alcune tematiche legate, al perché farli, alle sicurezze legate a questi esami e ai risultati che riescono a garantire.
Come dicevamo la parola inglese screening è stata adottata in medicina perché riesce a sintetizzare una serie di attività di indagine che, grazie al supporto di esami non invasivi, hanno l’obiettivo di individuare precocemente, in persone apparentemente sane, la presenza di eventuali anomalie che possono, in futuro, trasformarsi in un tumore oppure che già sono un tumore in fase iniziale.
Lavorare sulla prevenzione.
È evidente che identificare un tumore nella sua fase iniziale permette di agire tempestivamente con i trattamenti, ampliare le possibilità di guarigione oppure permette un maggiore controllo sulla patologia. Questa è la motivazione principale per cui aderire ai programmi di screening è importante.
L’obiettivo degli screening è dunque individuare una malattia quando è ancora curabile oppure, grazie ad una diagnosi precoce, può essere controllata e il suo decorso alterato. E questo spiega perché i programmi di screening si rivolgono a fasce precise di popolazione e vengono ripetuti con delle cadenze altrettanto rigorose.
Una risposta ai perché degli screening
Gli screening oncologici sono degli interventi organizzati e controllati che mirano alla prevenzione o alla diagnosi precoce di particolari tipi di tumore. Quindi non valgono per tutti i tumori, ma per quelli che, la scienza ci dice siano i più ricorrenti e diffusi in una determinata fascia di persone.
Si parla infatti di sostenibilità dei programmi di screening: perché si rivolgono alle persone che hanno un’alta probabilità di sviluppare il tumore e servono come politiche di sanità pubblica per dare a tutti la possibilità di vivere in piena salute.
Attenzione: quando scriviamo “alta probabilità” non affermiamo che tutte le persone inserite nei programmi di screening. Facciamo un esempio: in Friuli Venezia Giulia ogni anno circa 100.000 donne si sottopongono agli screening mammografici. Fra sono circa 1.200 le donne alle quali viene riscontrata un’anomalia che dà seguito a ulteriori approfondimenti. Come si vede il dato è già ampliamente sbilanciato in senso positivo: a circa 98.800 donne ogni anno viene confermato di stare bene. Inoltre delle 1.200 donne alle quali viene riscontrata un’anomalia quelle che presentano delle situazioni veramente gravi sono poche centinaia.
Lavorare sui grandi numeri per la salute di tutti.
È in questi numeri che si conferma la validità degli screening: che servono a contrarre sempre di più il numero delle persone alle quali viene riscontrata un’anomalia e, nel caso di presenza di un tumore, ad agire il prima possibile per dare maggiori speranza di vita alla persona.
Le caratteristiche degli screening.
Diamo una risposta ai perché degli screening allora. E per prima spieghiamo che gli screening sono esami mirati a individuare l’eventuale presenza di specifici tumori. Hanno delle caratteristiche comuni, proprio perché inseriti in un programma. Infatti devono essere:
- sicuri: cioè devono presentare il più basso livello possibile di rischi collaterali proprio perché si rivolgono ad un gruppo di persone che, per la maggior parte, è sana;
- accettabili: quando si è sani non ci si sottopone ad esami fastidiosi o complessi. Per questo gli screening sono esami semplici e accettabili per chi vi si sottopone;
- attendibili: anche se sono semplici e si rivolgono a una grande platea di persone, questi esami presentano alti livelli di attendibilità e precisione.
Perché una popolazione di determinate fasce d'età
Le ragioni che abbiamo elencato ci fanno capire anche il perché gli screening si rivolgono alle persone che hanno un rischio elevato di sviluppare una determinata malattia. Dal punto di vista umano e da quello dei costi economici non è certo sostenibile sottoporre agli screening persone che hanno bassissima possibilità di sviluppare un certo tipo di tumore.
Inoltre, sempre per le ragioni di sostenibilità ed efficacia, gli screening sono effettuati a intervalli regolari perché si possa diagnosticare un’anomalia in modo precoce. Per questo vengono proposti a persone di determinate fasce d’età: perché in quel periodo la malattia ha le maggiori probabilità di svilupparsi e un eventuale intervento terapeutico ha maggiori probabilità di essere efficace per la cura o per la qualità della vita della persona.
Inoltre, proprio per aumentarne l’efficacia e la certezza dei risultati, gli screening sono articolati su più livelli: il riscontro di una positività non equivale a una diagnosi certa di malattia. È per questo che, in caso di una prima positività, gli esami vengono ripetuti o approfonditi. E in caso conferma dell’anomalia i programmi già prevedono un preciso iter terapeutico che garantisce omogeneità di trattamento.
Gli screening oncologici sono offerti gratuitamente alle persone appartenenti a determinate fasce di età che presentano maggiori potenzialità di sviluppare determinate patologie tumorali e sono normati dal DPCM 12 gennaio 2017 sui nuovi Livelli essenziali di assistenza (Allegato 1- Livello Prevenzione Collettiva e Sanità Pubblica - area F "Sorveglianza e prevenzione delle malattie croniche, inclusi la promozione di stili di vita sani ed i programmi organizzati di screening; sorveglianza e prevenzione nutrizionale").
Fonte Ministero della Salute.