Forse la comunicazione in tema di sanità a volte pecca un po’ di autoreferenzialità mostrando, come nel caso di altre modalità di screening, macchinari imponenti e indecifrabili la cui funzione è incomprensibile ai più. E tutto ciò molto spesso genera più angoscia che rassicurazione: è del tutto naturale, perché abbiamo paura di ciò che non conosciamo.

Per fortuna nel caso dello screening colonrettale ci troviamo di fronte invece ad un esame semplice che, addirittura, si può tranquillamente eseguire in autonomia a casa propria.

Eppure il suo valore è talmente alto da riuscire a salvare moltissime vite, come ormai stanno dimostrando i risultati delle campagne avviate ormai da tempo nelle regioni italiane che per prime hanno sistematizzato la proposta di screening colonrettale.

Perché aderire alla campagna di screening colonrettale

Partiamo dai numeri come sempre, perché dimostrano l’importanza di fare prevenzione.

A livello nazionale il carcinoma del colon è il secondo tumore più frequente nelle donne e il terzo negli uomini.

Ed è, purtroppo, la seconda causa di morte per tumore in entrambi i sessi.

Ma ecco un numero che, di fronte a queste cifre ci conforta: è dimostrato scientificamente che la ricerca del sangue occulto nelle feci riduce la mortalità di almeno il 20%.

Sono dati che trovano riscontro anche nelle tre regioni (Toscana, Veneto ed Emilia-Romagna) che da oltre dieci anni hanno introdotto lo screening colonrettale.

In questi territori non solo si è riscontrata una diminuzione della mortalità, ma si è notata anche una riduzione del numero di nuovi casi nelle persone che si sono sottoposte con costanza allo screening.

Sangue occulto nelle feci: perché cercarlo?

I tumori del colo retto hanno una particolarità: si sviluppano molto lentamente partendo da piccole formazioni benigne (i così detti polipi) presenti nella parte terminale dell’intestino, che possono iniziare a sanguinare anche molto prima di generare altri disturbi o di sviluppare vere e proprie patologie.

Questo sanguinamento, che può essere davvero minimo, non si vede ad occhio nudo: l’unico modo per identificarlo è attraverso un esame chiamato “ricerca del sangue occulto nelle feci”.

L’eventuale individuazione di sangue occulto però non è necessariamente indice della presenza di una patologia oncologica conclamata: può essere solo un polipo che ha iniziato a sanguinare. E in questo caso, vanno fatti esami di approfondimento.

È per questo che, conoscendo le caratteristiche di sviluppo dei tumori del colon retto, sottoporsi periodicamente allo screening colonrettale è il primo passo per fare della prevenzione efficace.

C’è anche da dire che può succedere che un tumore può essersi già sviluppato ma non manifestarsi ancora attraverso il sanguinamento. La letteratura medica ci conforta comunque affermando che un tumore ancora molto piccolo si può curare in modo definitivo.

Screening colonrettale: prevenzione e semplicità

Lo screening del sangue occulto nelle feci è un esame gratuito inserito nel programma di prevenzione della Regione Friuli Venezia Giulia.

Per farlo non è necessaria la ricetta medica: è sufficiente la lettera che si riceve a casa ogni due anni. Anche la risposta, se negativa, viene inviata tramite lettera al proprio domicilio.

Quindi fino all’età massima prevista per questo screening, ogni due anni si riceverà l’invito per sottoporsi all’esame.

Tutto questo ci fa capire come nello screening colonrettale prevenzione e semplicità siano sempre affiancate.

Nell’ottica di prendersi sempre cura di sé è importante ascoltare sempre il proprio corpo: nel periodo tra uno screening e l’altro bisogna prestare attenzione ad eventuali disturbi che possono manifestarsi. Se dopo l’esame notiamo sangue nelle feci o abbiamo ripetuti disturbi intestinali, rivolgiamoci al nostro medico di medicina generale per una valutazione.

Ma se l’esame è positivo?

La presenza di sangue nelle feci non è necessariamente imputabile alla presenza di una patologia tumorale. Possono esserci altri fattori, come le emorroidi, che lo provocano. In ogni caso è opportuno procedere a degli approfondimenti: in caso di positività all’esame un operatore contatta la persona per spiegare la situazione e concordare gli ulteriori esami necessari per chiarire il caso.