Fra le priorità del Piano Nazionale della Prevenzione redatto dal Ministero della Salute, vi è un’intensa attività di promozione delle attività di screening oncologico per aumentare l’efficacia delle attività di prevenzione messe a disposizione della popolazione.
Come abbiamo scritto in un altro nostro articolo
è importante che per prima cosa si faccia della prevenzione uno stile di vita
partendo dal pensiero che nell’arco della propria esistenza c’è una cosa che si può fare bene ed è vivere in modo sano.
Partendo da questo si può capire come il Sistema Sanitario Nazionale stia compiendo un grande sforzo per trasferire nella popolazione questa abitudine al vivere con consapevolezza la propria salute, anche aderendo a regolari momenti di prevenzione.
Fra questi ci sono gli screening oncologici che fanno parte di una grande campagna di prevenzione adottata a livello nazionale e realizzata in ogni regione, rivolta in particolare alle donne (screening mammografico e screening della cervice uterina) ma che comprende anche la popolazione maschile (screening del colon retto aperto sia a donne che uomini).
Un piano per ogni regione
Come previsto Piano di Nazionale di Prevenzione, nella campagna che ogni regione declina a favore della propria popolazione sono compresi tre diversi screening oncologi: il primo è quello del tumore della mammella, il secondo indaga i tumori della cervice uterina e il terzo, che si rivolge trasversalmente a tutti, i tumori del colon retto.
Perché?
Fra le donne il tumore che si presenta con maggiore frequenza è quello al seno che, da solo, rappresenta il 30% di tutte le neoplasie che colpiscono la popolazione femminile. Segue il cancro del colon-retto (11,2%) quello al polmone (7,3%), alla tiroide (5,4%) e dell’endometrio (4,6%).
Frequenza di presentazione e percentuali di mortalità per le forme invasive, fanno sì che il tumore al seno sia costantemente sotto la lente d’ingrandimento della ricerca e su di esso si concentri l’attenzione del sistema-salute.
Occorre sottolineare che dalla fine degli anni Novanta,
quando si è iniziato ad adottare forme di prevenzione precoci poi sempre più diffuse, la mortalità per carcinoma mammario è costantemente diminuita.
Questo fa capire l’importanza di adottare una mentalità rivolta alla prevenzione: stile di vita sano, attenzione verso i segnali del proprio corpo, adesione ai programmi regionali di screening.
Screening oncologici: appuntamento con la salute
Il Friuli Venezia Giulia è una delle prime regioni ad aver abbassato l’età di ingresso alla campagna di prevenzione del tumore al seno.
Sono infatti interessate le donne di età compresa fra i 45 e i 69 anni, elevabili fino a 74 anni se la donna ha costantemente aderito alla campagna preventiva.
L’azione si concretizza in un esame mammografico (esame di tipo radiografico) che viene effettuato con cadenza biennale.
Il Call Center regionale chiama periodicamente tutte le donne in fascia di età utile, residenti in Friuli Venezia Giulia, dal numero 040 0647837 per proporre l’appuntamento per effettuare l’esame nella giornata e località più comoda alla persona.
La mammografia viene valutata separatamente da due radiologi
Importante sottolineare che la lettura della mammografia viene effettuata separatamente da 2 medici radiologi e, nel caso si riscontri una sospetta anomalia, la persona viene immediatamente guidata nell’espletamento di ulteriori approfondimenti.
Il tumore della cervice uterina è perlopiù causato da un’infezione persistente da papillomavirus umano trasmesso principalmente per via sessuale, infezione molto frequente nelle giovani.
Nella maggior parte dei casi l’infezione regredisce spontaneamente. Nei casi in cui persiste c’è la possibilità che nel tempo provochi lesioni al collo dell’utero che possono evolvere in cancro.
La diagnosi precoce è l’arma più efficace di prevenzione di questa patologia che rappresenta la quinta neoplasia più frequente nelle donne.
Per questo il sistema sanitario regionale offre la possibilità alle donne di età compresa fra i 25 e i 64 anni di sottoporsi ad esami adeguati secondo la fascia di età.
Sottoporsi con regolarità agli screening
Le evidenze scientifiche raccomandano per le donne di età compresa tra 25-29 anni l’esecuzione del Pap-test ogni 3 anni, mentre per le donne dai 30 anni in poi è più efficace l’HPV-DNA test (test per il Papilloma virus ) da effettuarsi ogni 5 anni.
La terza campagna di screening prevista dal Piano nazionale di prevenzione e messa in atto da tutte le regioni è quella relativa alla prevenzione del tumore del colon-retto, che è la seconda neoplasia più frequente nelle donne (11,2%) e la terza negli uomini (12%).
Questo tumore, causato dalla proliferazione incontrollata delle cellule della mucosa che riveste l’ultima parte dell’intestino, può essere individuato quando è ancora in forma iniziale e benigna attraverso l’individuazione di sangue (anche non visibile ad occhio nudo) nelle feci.
Lo screening che viene effettuato è un esame sulla materia fecale alla ricerca di presenza ematica al loro interno.
Il test sul sangue occulto nelle feci viene effettuato ogni due anni nelle persone che hanno un’età compresa fra i 50 e i 69 anni.
Fonti: Ministero della Salute